Solo chi è pacificato è pacificante. Padre Pio, pacificato dalla e nella relazione con la Persona di Gesù, diviene sorgente di pacificazione per quanti attingono alla sua mediazione, un operatore di pace secondo il cuore di Dio (Cf. Ger 3,15). È questo uno degli esiti del discepolato dell’umile Frate e Sacerdote cappuccino. Del resto, come insegnano i padri della Chiesa, la vocazione di una persona si riconosce solo alla fine, come una somma di tante chiamate. Padre Pio ha risposto nel suo quotidiano, nella difficile ferialità della sua parabola biografica, all’invito a servire il Signore, a lasciarsi da Lui santificare, passivo teologico che esprime la docilità del discepolo, il suo consentire a Dio di compiere la sua Opera. Padre Pio, così, si allea con il Signore e porta un frutto buono; chi si allea con sé stesso, invece, genera frutti cattivi. Il secolo scorso ha potuto osservare gli effetti nefasti di un’educazione intenzionale al male, perché anche per fare il male ci vuole sapienza, tuttavia si tratta di una sapienza orientata in senso negativo. Preoccupano i nuovi fenomeni di odio e intolleranza, il sorgere di violenze che segnano il continuo eclissarsi della parola umana, divenuta amorfa e svuotata di senso, incapace di generare relazione. La vicenda di Padre Pio indica quanto possa essere terapeutica e sanante la relazione con il Signore, una realtà che avviene custodendo la Parola di Dio e lasciandosi da essa guidare all’incontro con Dio nell’Eucarestia, e mediante di essa nei fratelli.
Anche in Padre Pio il cammino di pacificazione ha avuto i suoi mediatori, per esempio i padri spirituali, padre Benedetto e padre Agostino. Padre Pio custodiva nel cuore le loro parole, si ripeteva interiormente quelle loro parole sulla Parola, il loro, soprattutto di padre Benedetto, donare a Lui una Parola che fosse in grado d’interpretare quello che andava accadendogli, per cercare di comprendere quale fosse il progetto di Dio. Insieme alle parole sulla Parola, anche le parole dalla Parola, come i due verbi che padre Benedetto suggerisce all’umile Frate, che sintetizzano il suo modo di porsi dinanzi al mistero dell’amore divino che vede compiersi nel giovane Frate: ignoro e adoro. Movimenti preziosissimi: ignoro ciò che il Signore sta compiendo in te, ma adoro la sua azione santificatrice e sanante, finalizzata alla crescita interiore del regno di Dio.
Comprendiamo quindi che il primo “luogo” d’intervento a favore della pace è interiore. Il luogo sotto costante attacco è proprio il cuore. Secondo un’antropologia di base, occorre che ogni uomo riconosca i propri conflitti interiori, prenda consapevolezza della presenza di pensieri potenzialmente dilanianti; un’antropologia arricchita dalla luce della grazia, invece, rilegge il tutto come il segno di un’alleanza e quindi di una relazione con Dio. Che sia decisiva quest’attenzione interiore e spirituale lo possiamo osservare meditando alcune parole di Padre Pio, fermandoci sul suo descrivere gli attacchi del demonio come una vera e propria guerra, utilizzando un linguaggio bellico:
“Il nemico di nostra salute non mi lascia quasi un momento in pace, guerregiandomi in vari modi” (Ep. I, 207).
Una guerra che intende togliere la pace. È questo il compito del demonio: togliere dal cuore dell’uomo la Parola di Dio e immettervi la propria. Padre Pio lo scrive chiaramente: il demonio intende “strapparmi dalle braccia di Gesù” (I, 212), privarlo cioè della relazione con Lui. Pensieri affliggenti, di disperazione, che rappresentano la vita come tetra e fallita (Cf. I, 219), con l’obiettivo, scrive Padre Pio di “farmi perdere la pace nell’anima” (I, 196).
La pace nasce dunque nei cuori. In essi agisce il veleno dell’odio che poi suscita guerre e divisioni.
C’è allora un autentico discernimento quando si confronta la vita con la Parola di Dio, se si custodisce il cuore e non si perde la relazione con Dio. Il Santo Frate stigmatizzato, icona di Cristo e della sua sempre rinnovata partecipazione alle sofferenze dell’umanità, nel secolo martoriato delle due guerre mondiali, attraverso i suoi scritti epistolari, lascia emergere una teologia della storia aperta alla speranza. Egli guarda con lungimiranza alla storia e al suo sviluppo, assumendo una prospettiva pedagogico educativa, per cui le stesse guerre sono viste sia come flagelli che suscitano in lui orrore e tormento, una partecipazione fisica alla sofferenza dei popoli, ma anche come possibilità di accoglienza della divina correzione, affinché l’umanità abbandoni il peccato. In questa luce, in una lettera drammatica, confessa al suo padre spirituale che Gesù non desidera che egli parli di tutto quello che si sta scatenando nel mondo (è in corso la prima guerra mondiale), tuttavia aggiunge che il motivo per cui essa è scaturita riguarda la mancanza di fede dell’uomo:
“Non meritiamo i divini aiuti, avendo noi volontariamente discacciato dal nostro cuore l’amabilissimo Gesù” (Ep. I, 468 del 4 maggio del 1914).
Si tratta di quel meccanismo di sostituzione cui si accennava prima. Un anno dopo Padre Pio parla di “pacifico sdegno” del Signore, spiegando che se “Egli versa le amarezze sulle dolcezze velenose di queste nazioni (quelle afflitte dalla guerra), se attossica i loro piaceri e sporge le spine sulla via dei loro disordini infiorate di rose omicide, è perché le ama ancora…” (Ep. I, 587-588).
Visione provvidenziale della storia, capace di cogliere la notte oscura di alcune nazioni, il sacrificio di altre, il silenzio sofferente di alcuni popoli, insieme allo stesso silenzio di Dio. C’è un peso da portare per ogni generazione, un peso di tribolazione. Tuttavia, nel centro della tribolazione si sperimenta il dono della divina consolazione. Consapevole di tutto ciò Padre Pio così consiglia ad una donna che guidava spiritualmente:
“Offrite la vostra afflizione e desolazione per la propria e per l’altrui salute e per l’affrettazione di una imminente e duratura pace, per la nostra e per le nazioni tutte” (Ep. II, 441).
Giovanni Chifari, teologo biblico
Relazione al Convegno Il Poliedro della Pace,
60° della Pacem in Terris
San Giovanni Rotondo, 27-28 ottobre 2023